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Gioia bevono tutti i viventi dai seni della musica

ClassicaMente
[img_assist|nid=10645|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]VENEZIA - La musica puo’ essere il viatico per la gioia. Ascoltare una canzone, come un’opera, significa immergersi in un tutt’uno con l’artista che ha partorito il pezzo. E’ per questo che l’ascolto va preparato, meditato e vissuto nel migliore dei modi.
Abbiamo assistito al concerto di apertura della stagione sinfonica nel magnifico barocchismo del Teatro la Fenice di Venezia, accecante e sbalorditivo tempio di decori e suggestioni di fine ‘700, riportato fantasticamente alla luce dopo l’incendio che l’aveva colpito nel 1996.
Stagione iniziata al meglio, con una scelta attenta ad allargare la proposta al grande pubblico, con la Nona Sinfonia di Beethoven e il suo Inno alla gioia (Inno ufficiale dell’Unione Europea), strepitoso esempio di genio artistico e perfezione musicale. Divisa in quattro movimenti (Allegro ma non troppo e[img_assist|nid=10646|title=|desc=|link=none|align=right|width=640|height=640] un poco maestoso / Molto vivace /Adagio molto e cantabile / Presto e Allegro assai), per una durata complessiva di poco piu’ di un’ora, l’opera del compositore tedesco ci ha catturato sin dalle prime note in una cavalcata di momenti sostenuti che si e’ prolungato ben oltre la fine della partitura. Eseguita sotto la superba direzione del Maestro Eliahu Inbal (anche direttore artistico del teatro), sprizzante di vitalita’ e controllato istrionismo, e incorniciata dalla prova superiore di un coro da pelle d’oca (Orchestra e Coro del Teatro La Fenice direttore del Coro Emanuela Di Pietro), la Nona si’ e’ rivelata ancora una volta quell’immortale e trascinante capolavoro che la Storia gli ha riconosciuto d’essere.

Informazioni su: www.teatrolafenice.it