Le sue donne sono indifese, vulnerabili, sembrano essere cadute in un sonno profondo mentre osservano il cielo infinito[img_assist|nid=15329|title=|desc=|link=none|align=right|width=498|height=640] della città. In merito a questa serie Okuhara afferma: Sono certa ti farebbe davvero bene semplicemente giacere a terra, in qualsiasi posto, e guardare all’insù. Cadere addormentata in un luogo simile potrebbe in effetti risultare imbarazzante e pericoloso, ma amo l’idea di farlo. La serie Sleeping Figure è un tentativo di catturare questa sensazione. Le combinazioni dei colori complemenatri simboleggiano la confusione femminile. Dormendo qui la donna può azzerare se stessa e restituire assenza di colore.
Le ampie composizioni di queste tele suggeriscono l’infinitezza del mondo, la mancanza di limiti, per cui la scena dà l’idea del perfetto set cinematografico, guidando gli sguardi degli spettatori verso le figure dormenti. Queste ultime sono dipinte con un collage unico che le fa sembrare qualcuno, eppure mai nessuno in particolare.
Okuhara ritaglia riviste, annunci e altri contributi dalla montagna di carta dei mass-media, ricontestualizzandoli per creare i suoi personaggi. Questo processo sembra simboleggiare il metodo di campionatura diventato comune con l’avvento del computer, raccogliendo qualsiasi tipo di informazione, smistandolo e riassemblandolo in una forma differente che rappresenta confusione e instabilità.
Per questa ragione, anche se le figure hanno un volto, esso non identifica nessuno in particolare; ne deriva un senso di [img_assist|nid=15330|title=|desc=|link=none|align=left|width=640|height=500]vuoto. Tuttavia le figure di Okuhara racchiudono un’eleganza che trasmette innocenza, seppure priva di profondità, mentre da qualche parte si avverte un senso latente di tristezza, quasi un aspetto tipicamente cyborg. Nonostante ognuno di questi corpi abbia la propria realtà, il complesso è fatalmente distorto, per cui la figura risulta quasi una bambola priva di vita.
La connessione tra la figura e il mondo è estremamente tenue, e ciò produce una specie di caos, ma al tempo stesso la prospettiva trasmette nell’insieme un senso di calma, come per anticipare la conclusione del caos. La scena attrae lo sguardo dell’osservatore come il freddo schermo di un computer. Il mondo, in silenzio, aspetta di essere riattivato.
Dal 24 ottobre al 30 novembre 2008
Galleria Atlantica, Via Piave 35 - Altavilla (VI)
Shinko Okuhara
Vernissage: venerdì 24 ottobre, dalle ore 18:00 alle ore 22:00
Orario: martedì-domenica 16.00-21.00; lunedì chiuso
Ingresso libero
Info: tel. 0444341663
info@atlanticagalleria.it
http://www.atlanticagalleria.it
Nelle immagini: Shinko Okuhara, A huge overpass just behind where I am; 2008, 116,7 x 91 cm
Shinko Okuhara, On the way back from an encounter with a serow; 2008, 91x 116 cm
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