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Le voci di dentro con Luca de Filippo al Verdi di Padova

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[img_assist|nid=11838|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]PADOVA - La Stagione di Prosa 2007-2008 prosegue al Teatro Verdi di Padova con Le voci di dentro, di Eduardo de Filippo regia di Francesco Rosi, che resterà in scena dal 19 al 24 febbraio. Straordinaria commedia noire di Eduardo, Le voci di dentro rivela, dietro l'invenzione di un delitto solo sognato, il malessere di un'umanità che non sa più ascoltare le voci della coscienza. Ecco dunque apparire personaggi grotteschi, a metà tra il comico e il tragico, che svelano, tramite le proprie vicissitudini, i solchi che corrompono l'apparente solidità dei rapporti sociali, e familiari soprattutto. Dichiara Luca De Filippo: Con la messa in scena di Le voci di dentro dopo Napoli milionaria!, desidero proseguire, insieme a Francesco Rosi, il discorso teatrale sulla drammaturgia di Eduardo. Le due commedie, scritte a pochi anni di distanza (Napoli milionaria! nel 1945 e Le voci di dentro nel 1948), segnano infatti il momento di passaggio da un Eduardo in cui è ancora viva la speranza nei grandi cambiamenti e nel recupero dei valori fondamentali, dopo il terribile dramma della guerra, ad un Eduardo in cui la disillusione ed il pessimismo prevalgono in misura crescente. È il momento in cui passa dalla riflessione sulla società all'approfondimento dei rapporti all'interno della famiglia, sempre più espressione di ipocrisia, tornaconto personale, cinismo e sempre meno di quei grandi ideali quali la fraternità, la solidarietà, la pietà, che avrebbero dovuto segnare il rinnovamento sociale ed individuale. Sulla stessa scia il regista Francesco Rosi: “Oggi, per noi che facciamo i conti con una cronaca quotidiana sempre più tormentata da violenze insopportabili, da crimini commessi in nome degli interessi più sordidi, il valore di profezia della commedia di Eduardo, definita dall'autore una “tarantella in tre atti”, la sua attualità, sono sconcertanti. Alberto Saporito, il protagonista, ha un incubo, forse una visione, che definirà un “sogno”: il delitto commesso da una famiglia di tranquilli borghesi, e non esita a denunciarli, tanto ci crede. Gli accusati, invece di proclamare ad alta voce tutti insieme la loro estraneità al delitto, sospettano che sia stato commesso da uno di loro e si accusano l'un l'altro, arrivando a progettare un delitto vero per coprirne uno solo immaginato. Situazione[img_assist|nid=11839|title=|desc=|link=none|align=right|width=425|height=640] paradossale, commedia difficile proprio per questo suo muoversi tra realismo e surrealismo”. Ed ecco infine le riflessioni dello scenografo Enrico Job, che chiarisce la fonte che l'ha ispirato: Un'ossessione simile a quella di Caravaggio, da me molto citato come sincretico reperto fotografico, nell'insistito bianco e nero della scena, dove l'unico vero colore, come per Caravaggio appunto, è l'incubo del sangue e dell'assassinio. Questo rosso, questa sinistra oniricità, questa perdita di consistenza, questo confondere il sogno e con la realtà, a lungo andare da forma a voci che vengono dall'anima con la materia di cui sono fatti i sogni. Con evidenze corpose e reali che la luce trasmuta nell'incerto apparire di trasparenze e consunzioni, ho cercato di realizzare questa difficile materia. Particolarmente nella scena del secondo e terzo atto, nel quale finalmente apparirà il vero, vergognoso animo dei vicini di casa. Le voci di dentro racconta la vicenda di Alberto Saporito e del suo strano sogno: un omicidio commesso da parte dei vicini di casa. A partire da questo avvenimento – realtà? fantasia? - si innesca un’amara riflessione sulla malvagità umana, provocata dalle ingiurie vicendevoli che i sospettati rivolgono l’uno contro l’altro. Gli atteggiamenti degli accusati fomentano i dubbi di Alberto e soprattutto lo fanno vergognare di appartenere al genere umano. Forse, di fronte a quest’umanità che non ascolta più le “voci di dentro”, quelle della coscienza, appare condivisibile l’atteggiamento dello zio Nicola, un parente che vive con Alberto: nonostante non sia muto, ha deciso di non parlare più, perché ritiene che l’umanità “abbia perduto ogni ritegno”. Dal 19 al 24 febbraio 2008, ore 20:45 giovedì 21 febbraio alle ore 16.00 e alle ore 20.45 domenica febbraio, ore 16.00 Teatro Verdi, via dei Livello 32 - PADOVA Le voci di dentro tre atti di Eduardo de Filippo regia di Francesco Rosi Con Luca de Filippo, Gigi Saviola, Antonella Morea, Marco Manchisi Carolina Rosi scene Enrico Job costumi Enrico Job e Cristiana Lafayette luci Stefano Stacchini Una produzione Associazione Teatro di Roma e Elledieffe Biglietti: Platea: interi € 30; ridotti € 27; giovani € 15 1° ordine: interi € 26 ; ridotti € 24; giovani € 12 2° ordine: interi € 22; ridotti € 19; giovani € 10 Galleria: interi € 10; ridotti € 8 ; giovani € 7 Info: tel. 04987770111