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A Padova Fiere è tempo di Passione Moto 2012

E20
Sabato 3 e domenica 4 marzo 2012 la seconda grande edizione

PADOVA - Torna a Padova Fiere, sabato 3 e domenica 4 marzo 2012, la seconda grande edizione Passione Moto ed è già un successo certo.

In controtendenza rispetto al depresso e depressivo clima generale afferma il gran patron della manifestazione Mario Baccaglini qui si respira effervescenza, voglia di riscattarsi dalla negatività, di guardare avanti e perché no, di divertirti. Per questo chi ha fatto della moto uno stile di vita sta già scaldando i motori per non perdersi Passione Moto 2012, la manifestazione che segna l'avvio della stagione.

A tanto entusiasmo, Baccaglini ha risposto predisponendo una rassegna "assolutamente generosa in proposte, idee e occasioni, suggestioni. Emozionante, coinvolgente e soprattutto utile".
Va ricordato che Passione Moto, lo scorso anno alla edizione di esordio, aveva accolto in ventimila metri quadri di superficie espositiva, commercianti, preparatori e restauratori, club e registri storici, ricambistica, accessori e abbigliamento, custom e il settore dei privati. Ben 750 le moto in esposizione e 250 gli espositori, premiati da un pubblico di appassionasti che ha ampiamente superato le 25 mila presenze.
L'edizione 2012 è e offre ancora di più. Basta scorrere l'elenco lunghissimo delle mostre tematiche di marchio che sono in rassegna: Laverda, Indian, BMW, Motomorini, Bimota. Velomotor Testi. Tutte presenti con i loro pezzi di pregio e rari. Poi la mostra sulla storia della motorizzazione italiana del dopoguerra e il successo universale dei "micromotori" e l'esposizione speciale dedicata al Costom con le categorie .
Insomma, tante occasioni di approfondimento ma anche infinte opportunità commerciali per chi è contagiato dalla più autentica e solare delle passioni, quella per la moto.

Torna la Laverda Corse con le mitiche Arancioni

A Passione Moto, ci sarà la “Laverda Corse”.  Il Gruppo sportivo che può contare sulla esperienza e collaborazione dei tecnici , piloti e meccanici della squadra corse delle Moto Laverda SpA ( Ing. Piero Laverda , Augusto Brettoni , Edoardo Dossena , Fernando Cappellotto ... ecc ) ha l’obiettivo di promuovere e divulgare la conoscenza delle moto Laverda classiche, partecipare alle manifestazioni sportive nazionali ed estere, conservare e restaurare le moto Laverda classiche da corsa e stradali e per promuovere i rapporti di conoscenza e i contatti tra gli appassionati e proprietari delle moto Laverda. Quale occasione  migliore di Passione Moto, quindi, per presentarsi agli appassionati?
Certo il cuore color arancione dei Laverdisti batterà forte rivedendo, perfette, le moto da corsa più importanti degli anni 70 e 80 della collezione Famiglia Laverda. Tra esse la Laverda 1000 V6  - prototipo corsa , pietra miliare nello sviluppo delle moto sportive italiane, la Laverda 1000 -3C Endurance "Space Frame" 1975 ex Roberto Gallina, Marco Lucchinelli, Nico Cereghini e Augusto Bretoni, la Laverda 750 SFC - la più conosciuta Sport Production Italiana degli anni 70, la Laverda 500 Endurance tipo Barcellona - vincitrice con la coppia A. Brettoni- P. Davies della 24h di Barcellona nel 1978 e 1979 classe 500 .cc
L'idea di costruire motocicli venne a Francesco Laverda, dottore in fisica e direttore tecnico della già importante azienda di famiglia impegnata nel settore delle macchine agricole. Gli anni erano quelli dell’immediato secondo dopoguerra, anni di veloce motorizzazione popolare, quindi. La prima è una motoleggera con telaio in lamiera stampata e motore a 4 tempi che rispondeva pienamente alle qualità di economia costruttiva e di gestione. Nell’ottobre 1949 nasce ufficialmente la "S.A.S Dottor Francesco Laverda & Fratelli” che pochi mesi dopo presenta. La Laverda 75. La produzione si è limitata a motocicli di piccola cilindrata e scooter fino a circa metà degli anni sessanta. Nel 1964 Massimo Laverda, figlio del fondatore, decide di sviluppare moto di grossa cilindrata e presenta due anni dopo la Laverda 650 cc, cui seguirà l'anno successivo la 750 cc che otterrà un notevole successo commerciale.
È del 1970 la Laverda SF 750 che verrà prodotta fino al 1975 insieme alla versione Competizione denominata 750 SFC, plurivittoriosa nelle gare riservate alle moto di serie e nelle gare di durata. All'inizio degli anni 70 nasce anche una serie di maximoto di cilindrata 1000 cc o 1200 cc che giungerà fino alla fine degli anni ottanta. Da segnalare le serie Jota (soprattutto nelle raffinate versioni bicolore) e 3CL a tre cilindri.
Indimenticabile la Laverda 6 cilindri: due soli esemplari prodotti, ma che in gara ha dimostrato prestazioni eccezionali. Motore a V longitudinale, 6 cilindri, progetto modulare (per ricavarne V2 e V4) realizzato da Giulio Alfieri, e portato in gara sperimentalmente da Nico Cereghini.
Il modello RGS1000 (1981) mostrava un'estetica avveniristica per il periodo, con soluzioni originali come le pedane regolabili (dispositivi brevettato), ed il tappo del serbatoio nel cupolone). In seguito sono state derivate le versioni RGA e Jota. Il motore (qui in versione con fasatura a 120 gradi) non poteva reggere la concorrenza in termini prestazionali.
Le versioni sportive delle moto Laverda sono state sempre contraddistinte dal colore arancio, divenuto nel tempo un marchio di fabbrica.
Le cilindrate inferiori di 350cc e 500cc non vengono comunque abbandonate ed affiancano i modelli di più elevata cilindrata. Vengono addirittura prodotte due ruote di piccole cilindrate che ottengono un lusinghiero successo di vendite come la serie delle Laverda LZ.
Poi il declino e il marchio che nel 200 passa all’Aprilia le cui difficoltà non consentono alcun rilancio della Laverda.Dal 2006 è stata sospesa ogni attività di progettazione e produzione.
Sognando il ritorno delle Arancioni, agli appassionati non resta che ammirare le testimonianze di questo grande mito italiano, esposte a Passione Moto.

Tutte le Moto Morini

Il marchio Passione Moto scelto per la grande manifestazione  si adatta perfettamente alla storia di  Alfonso Morini e della sua Moto Morini.  Una passione infinita, quella per le moto, che Alfonso Morini ha dovuto congelare per anni, quando separatosi dall’ex socio Mario Mazzetti sottoscrisse un accordo che gli consentiva di fare tutto tranne quello che veramente gli interessava, ovvero le moto.
Moto Morini nasce infatti nel 1937 ma, per accordi con l’ex socio, per alcuni anni produce solo motori e motocarri. Poi a impedire la passione fu la conversione di Moto Morini alle esigenze belliche, quindi il bombardamento che cancellò la fabbrica. Il dopoguerra è per Morini una vera liberazione: può finalmente occuparsi di moto e  già nel 1946 presenta la T125, una due tempi che conquista il mercato e da cui fa derivare il modello Sport e Competizione che vince il Campionato italiano Motoleggere e il Gran Premio di Spagna. Poi la 175, una quattro tempi che porta Giacomo Agostani ai vertici.
Nasce quindi la 250 Bialbero, la “moto più veloce del mondo” che contende il Campionato alle Honda. Ma ciò che conquinsta i ragazzi degli anni Sessanta è lo Sbarazzino e soprattutto la Corsaro 125, che nelle diverse versioni macina consensi, mentre chi per età non può salirci ha comunque l’impressione di farlo in sella al Corsarino 48, immediatamente popolarissimo.
Dopo la morte del fondatore arriva in azienda Franco Lambertini e con lui  il propulsore che per anni fa la differenza. Nelle 350, è montato con un  angolo di 72° e con altri accorgimenti le Morini diventano le più veloci delle loro categorie. Bicilindri che sono gran belle e soprattutto saette.   Ai primi  Settanta risale la 3 e ½ e poi la versione Sport con le derivate di varia cilindrata, dalle 125 alle Sei-V. La concorrenza delle giapponesi si fa sempre più asfissiante. Nascono tuttavia modelli di successo come la Camel e il Paguro, rivolti a nicchie di utenti, poi le Excalubur e le New York. E’ nel 1988 l’ultima stradale, la Dart mentre il marchio va verso Cagiva. Il resto è cronaca, non tra le più brillanti, in attesa di una ennesima rinascita, sempre auspicata e sempre lontana. Per intanto, i brividi del mito vibreranno a Passione Moto.

Bimota, ovvero il culto

Bimota è stata uno dei veri fiori all’occhiello della passione del motociclismo italiano. In esposizione a Passione Moto, ci saranno le più rivoluzionarie testimonianze della genialità di Morri  e Tamburini, i due appassionati riminesi specialisti della telaistica, diventati veri e propri costruttori di oggetti di culto motociclistico. Telai e non motori, salvo il caso della  celeberrima 500-Vdue, l’unica tutta, motore e telaio, made in Bimota. Tutte le altre utilizzavano propulsori prodotti dalle maggiori case mondiali, Honda, Kawasaky, Susuki, Yamaha, Gilera, Drucati, con opportune elaborazioni, motori con cui equipaggiare telai innovativi per design, materiale e concezione tecnica. All’inizio questi telai erano venduti in kit che appassionati e autofficine assemblavano. Solo più tardi si giunse alla commercializzazione del solo prodotto finito. Nascono così decine di modelli, tutti contrassegnati da due lettere e un numero: la prima ad indicare l’iniziale del costruttore del motore, e per seconda la B di Bimota, seguita da un numero di sequenza.  Massimo Tamburi realizzò la sua prima “special” nel ’71 intervenendo su una MV Agusta 600 Turismo 4C6 di seconda mano,   Da allora le creature Bimota sono state molte,con modelli estremamente ricercati, rivolti ad una clientela particolarmente attenta, prodotti in pochi esemplari, talvolta sono in poche decine di pezzi. Ricercati dal mondo delle corse, con non poche soddisfazioni per Bimota;  in casi meno comuni anche come moto da gran turismo. Tra le eccellenze, il modello intitolato Tesi, in riconoscimento alla tesi di laurea  di Pier Luigi Marconi che ideava sostanziali, innovative modifiche alle sospensioni. La crisi non ha risparmia neppure questa eccellenza del made in Italy, pur apprezzata nel mondo e che a Passione Moto si riproporrà con la forza dell’innovazione, sino al recente “Delirio”.

Testi, una storia italiana

All’inizio furono solo biciclette, tanto eccellenti da consentire a Benfenati, bolognese come l’origine della sua bici, a vincere il Campionato del Mondo corso a Parigi.
Dalla bicicletta al ciclomotore con la creazione, nel 1958, della “Velomotor Testi” che fa dello slogan “Tecnica con fantasia” il suo Vangelo. Da allora Testi si apre al mondo, anche con accordi di sinergia, tanto che i suoi prodotti sono richiesti in 32 Paesi e le esportazioni riguardano la metà della produzione.
I modelli, sopratutti i 125, creati con Minarelli conquistano ampie fette del mercato non solo in Italia: storica la fornitura di 30 mila pezzi all’Iran.
Poi l’avventura cinese, ideata per la motorizzazione del gigante asiatico che allora stava risvegliandosi, avventura finita decisamente male. Inevitabile la crisi.
Oggi Testi sta ritirando su la testa, torna a guardare al futuro, crede ancora che tecnica e fantasia, insieme, possano tornare ad imporsi.
Tutti noi di Passione Moto glielo auguriamo, fermandoci ammirare con un po’ di nostalgia i vecchi ciclomotori Testi, tenendo d’occhio quelli nuovi, quelli della rinascita di un popolare marchio italiano.


Sabato 3 e domenica 4 marzo 2012
, dalle ore 9.00 alle ore 19.00

PadovaFiere - PADOVA

Passione Moto 2012 - II edizione

Biglietti: Biglietto intero: 14 euro
Biglietto ridotto: 10 euro
bambini entro i 12 anni: biglietto omaggio
ragazzi dai 13 ai 17: biglietto ridotto
invalidi oltre 80% con accompagnatore: biglietto omaggio
invalidi inferiori all´80% senza accompagnatore: biglietto ridotto over 65: biglietto ridotto

Passione Moto è una proposta di Intermeeting , gruppo che la organizza e che propone anche, per il prossimo autunno, il salone internazionale Auto e Moto d'Epoca

Info: Segreteria organizzativa. Intermeeting srl

tel. 049.7386856

info@passionemotoexpo.it

www.passionemotoexpo.it