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L'incontro con Massimo Fini nella seconda giornata di EX Border 2009- Tra inganni

Rassegne
[img_assist|nid=25149|title=|desc=|link=none|align=left|width=130|height=130]GORIZIA - Massimo Fini, filosofo, attore e giornalista, è il protagonista della seconda giornata di Ex Border 2009 - Tra_Inganni, quarta edizione della Festa della Cultura, con l'inusuale incontro dal titolo L’inganno etnico e l’utopia universalistica, che si terrà alle 20.45 all’Auditorium, del capoluogo isontino.
Questo il programma, nel dettaglio, di venerdì 6 novembre 2006:
Alle ore 16.15 nella Sala “Della Torre” - Fondazione Carigo (via Carducci 2) incontro con Fulvio Comin, giornalista e scrittore, per la presentazione del libro Viktor e il suo doppio (Libra Edizioni) a cura di Irene Navarra. Viktor è il nome  che il protagonista, Vittorio, assume scappando in Cecoslovacchia da Fregona (Tv), alle pendici del Cansiglio, proprio alla fine della seconda guerra mondiale. Là riesce a trovare un lavoro grazie all’aiuto del nonno paterno. La madre, infatti, era ceca ed aveva sposato un medico italiano, divenuto poi medico condotto di Fregona. Vittorio resta presto orfano. La madre muore quando lui è adolescente e il padre quando ha una ventina d’anni. Instabile psicologicamente, si trova da solo a dover affrontare le vicende belliche che toccano il suo paese, la lotta tra repubblichini e partigiani fra il ’43 e il ’45, una tormentata storia d’amore con una ragazza del paese che gli preferirà un ufficiale repubblichino. Viktor ritroverà quell’ufficiale, molti anni dopo, in Austria, dove finisce drammaticamente il romanzo.
A seguire alle ore 17.15 proiezione del cortometraggio K (12’) di Alessandro Ruzzier e Carlo Andreasi.
Alle 17.45 (Sala “Della Torre”, Fondazione Carigo) ospite d’eccezione per una conferenza intrigante (Eteronomia: identità e finzione dell’Io) sarà il poeta e saggista spagnolo (convertito alla cultura ebraica sefardita e di origine canaria), Josè Carlos [img_assist|nid=25150|title=|desc=|link=none|align=right|width=481|height=640]Cataño, giocoliere della lingua e raffinato mosaicista dei sentimenti e delle emozioni, un lirico-filosofo capace di analizzare le diverse forme d’inganno nella rappresentazione di sé, un moderno Pessoa, dal sorriso amaro e disilluso…
Chiuderà la seconda giornata di Tra_Inganni Massimo Fini, filosofo, attore e giornalista, invece parlerà de L’inganno etnico e l’utopia universalistica, alle 20.45 all’Auditorium. Un volume quasi omonimo di Mauro Pini su Octave Mannoni e l’etnopsichiatria è lo spunto per una conferenza controcorrente. L’inganno etnico è il vizio di una concezione statica della cultura associata a quell’idea di razza che giustificò il colonialismo. La vera illusione, dopotutto, è considerare  l’uomo come un cittadino del mondo privo di appartenenze o identità di gruppo. Il cosmopolita infatti è comunque disarmato: non sa distinguersi dai propri conspecifici Homo sapiens che invece sviluppano forme di attaccamento e identità, benché a volte legate al timore dell’estraneo e ai linguaggi emotivi derivanti dalle contrapposizioni tra chi sta dentro e fuori di un gruppo sociale.
Tutta l'opera saggistica di Fini si fonda sulla critica sferzante verso caratteristiche del mondo moderno e della globalizzazione, figli del pensiero liberale e anche del marxismo, anch'esso prodotto dalla rivoluzione industriale e dallo stesso liberalismo, e causa degli stessi mali: l'alienazione dell'individuo schiacciato dal produttivismo, la distruzione dell'ambiente, l'idea di una scienza e dell'uomo come sovvertitori delle leggi naturali, la globalizzazione che omologa tutto ad un'unica cultura dominante. Molti, negli anni, hanno tentato di assegnare a Fini appellativi vari, cercando di inserirlo sia entro correnti politiche di destra che di sinistra: in realtà egli ritiene che questi due concetti, destra e sinistra, siano obsoleti, vecchi di due secoli in cui le trasformazioni sociali e culturali hanno reso inutilizzabili queste divisioni, anche alla luce di una sempre maggiore somiglianza programmatica tra le diverse forze politiche. Da ciò si deduce perché Fini abbia quale suo principio fondante l'autodeterminazione dei popoli, sotto attacco, a suo giudizio, da coloro che, sotto varie forme (partendo da certe forme di cooperazione internazionale fino alle guerre umanitarie) vogliono imporre lo stile di vita occidentale. L'opera di Fini, soprattutto nella sua trilogia La Ragione aveva Torto?, Elogio della guerra e Il denaro, presenta costantemente una comparazione tra il mondo nato dalle Rivoluzioni Industriale e Francese e quello medievale e dell'ancien régime ponendosi l'obiettivo di evidenziare come il mondo moderno abbia smarrito tanti
elementi, materiali e spirituali, che davano a quelle società caratteri di equilibrio sociale e stabilità. Accusato da alcuni ambienti di sinistra di essere vicino alle posizioni dell'estrema destra sociale, Fini in realtà fa suo il principio del relativismo culturale di Levi-Strauss e costruisce una sintesi di concetti propri di intellettuali di diversa matrice politica, come Alain De Benoist, Serge Latouche e Danilo Zolo.

[img_assist|nid=25135|title=|desc=|link=none|align=left|width=321|height=640]Ex Border 2009

Dal 5 all'8 novembre 2009

Tra_Inganni - Quarta edizione della Festa della Cultura

Venerdì 6 novembre

Il programma

ore 16:15

Sala “Della Torre” - Fondazione Carigo, via Carducci 2

Incontro con Fulvio Comin
giornalista e scrittore
presentazione del libro Viktor e il suo doppio (Libra Edizioni)
a cura di Irene Navarra

ore 17.15

Sala “Della Torre” - Fondazione Carigo, via Carducci

Proiezione del cortometraggio K (12’)
di Alessandro Ruzzier e Carlo Andreasi

ore 17.45

Sala “Della Torre” - Fondazione Carigo, via Carducci 2

Incontro con Josè Carlos Cataño (Spagna)
poeta e saggista
Eteronimia: identità e finzione dell’Io

ore 20.45

Auditprium

Per il ciclo Inganni solo italiani?
incontro con Massimo Fini
filosofo e giornalista
L’inganno etnico e l’utopia universalistica
introduzione a cura di Roberto Covaz

Info: www.exborder.it