UDINE - Si riunirà per la prima volta all’Università di Udine, giovedì 4 aprile, alle 15.30, nella sala del Consiglio di Palazzo Florio, il Tavolo tecnico permanente di coordinamento tra gli Atenei del Friuli Venezia Giulia.
L’organismo è stato istituito dall’accordo di programma che regola i rapporti di cooperazione tra le Università di Trieste e di Udine, e della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) che sta aderendo all’accordo. All’ordine del giorno della riunione di insediamento figurano, in particolare, le possibili azioni di coordinamento sui dottorati di ricerca, sui corsi di studio e i tirocini formativi attivi interateneo, e sui servizi bibliotecari. Il Tavolo tecnico ha funzioni istruttorie e di proposta per il coordinamento delle attività didattiche, di ricerca, del trasferimento tecnologico e dei servizi.
Il Tavolo è presieduto a turno per un semestre da ciascun rettore. Oltre ai rettori, l’organismo è composto dai direttori generali, da un componente designato rispettivamente da ciascun Consiglio di amministrazione e da ciascun Senato accademico e dai presidenti del Consiglio degli studenti. Sono previsti eventuali delegati che vengono individuati in base alla competenza a trattare le materie all’ordine del giorno.
Il Tavolo tecnico è uno dei tre strumenti previsti dall’accordo di programma per il coordinamento della funzione di indirizzo politico tra gli atenei regionali. Gli altri sono la riunione in adunanza congiunta (almeno due volte l’anno) dei Consigli di amministrazione e dei Senati accademici degli atenei regionali. Obiettivo dell’accordo di programma è l’ottimizzazione della qualità, dell’efficienza e dell’efficacia dell’offerta formativa di secondo e terzo livello (lauree magistrali e dottorati di ricerca), della ricerca e dei servizi delle università regionali. Nel rispetto dell’autonomia di ciascun ateneo, l’accordo costituisce la base per l’avvio di un modello federativo finanziabile dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), limitatamente ad alcuni settori di attività o strutture, incentivato dalla Legge 240/2010 (la cd. legge Gelmini), per rafforzare l’offerta formativa, la ricerca, l’internazionalizzazione e la competitività europea ed internazionale del sistema universitario regionale.